lunedì 25 novembre 2013

Non solo oggi

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Potrebbero essere le mie, che sono una donna, che ama il rosso, che ama la vita e le passioni. Potrebbero essere mie quelle scarpe, se non fossi stata tanto fortunata da incontrare sempre uomini che mi hanno rispettato come persona e come donna. Potrebbero essere mie, le violenze subite, i soprusi, i ricatti, le intimidazioni. Potrebbe essere mia la vergogna, assurda ed incomprensibile, ma vera, di dover mostrare al mondo i lividi ricevuti da chi diceva di amarmi, e in quanto poco conto è tenuto il valore della mia incolumità.

Ma non sono mie, quelle scarpe abbandonate per strada. Non conosco chi le ha perse, insieme alla fiducia, alla serenità di una vita protetta e degna. Ma so che ora è scalza, so che per lei non ci sono giorni nuovi. Né sogni né altri progetti da mettere ai piedi.

So che ha camminato coi piedi feriti ma, le vere piaghe sono quelle al cuore che non andranno più via. So che è una sorella, una madre, una figlia di qualche uomo.

So anche che una giornata internazionale dedicata a qualcosa non cambia i fatti. Che spesso si cavalca l’onda di un argomento scottante per un solo giorno e poi lo si accartoccia la sera, pronto per essere gettato nel dimenticatoio come spazzatura. E allora questo post lo pubblico sul far della sera, quando si rischia di scordare qualcosa che non va ricordato.

Perché non posso fare finta di non sentire. Non posso fingere che in questo blog entrino solo cose leggere e saporite. Non è mai stato così. Qui si può esultare di gioia e sprofondare di dolore. Ma mai rassegnarsi all'indifferenza. Qui si “cucina” quello che c’è, ed oggi sono verità pesanti, le violenze sulle donne, che possono accadere a un passo da noi. 

Vorrei cucinare altro, credetemi. Magari una bella torta per spazzare via il disgusto che mi riempie la bocca. Ma non è tempo. 

E’ tempo di aprire l’armadio, prima di andare a dormire, e guardare le mie scarpe rosse, che stanno esattamente dove devono stare. Ad aspettarmi per una sera di festa, un ballo con l’amore, un desiderio che si avvera.

5 commenti:

Francesca P. ha detto...

Quando vedo una scarpa rossa, penso inevitabilmente al film "Non ti muovere"... in un certo senso è legato alle donne, alla prepotenza e alla violenza maschile... Ho letto le tue parole e le ho sentite tanto, sono arrivate cosi forte...

Loredana ha detto...

Grazie per questo post, Margot.
Anche io ho guardato le mie ballerine rosse, le ho indossate dando , per la prima volta, un significato alla loro presenza ai miei piedi.

Anche io sono stata fortunata, ma questo non è un buon motivo per non pensare a chi non lo è.

un abbraccio

Aria ha detto...

E allora questo post lo pubblico sul far della sera, quando si rischia di scordare qualcosa che non va ricordato.

sei così speciale Margot.

sandra ha detto...

lo so, anche io ho il cuore pesante. e domani? domani come andrà? esattamente come oggi purtroppo. bisogna insegnare ai figli, per gli altri è troppo tardi, si puo' solo reprimere o cercare di farlo.

Anonimo ha detto...

E chi riesce ad ignorare tutto questo? Alle volte non si tratta di chiudere gli occhi ma solo di cercare un po' di tregua. Ho assistito in maggio a Bergamo alla performance di Elina Chauvet. Lo sai, sua sorella è stata uccisa dal marito, ed è anche per questo che lei ripete queste installazioni in varie parti del mondo. Mentre posava le scarpe sul lastricato mi correvano brividi lungo la schiena. Grazie Margot, un abbraccio